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Trento, 31 agosto 2010
«Non tocchiamo la legge sulla caccia»
Il governatore è contrario alla modifica della norma chiesta da cacciatori e Verdi
Dellai: è rischioso riaprire un tema caldo che divide
da l’Adige di martedì 31 agosto 2010

Il disegno di legge di Roberto Bombarda (Verdi) propone di affidare la vigilanza sulla caccia interamente alla Provincia
e non più all’Associazione cacciatori, con l’istituzione di un Corpo provinciale degli agenti venatori.
Inoltre, limita la caccia alle sole specie non a rischio, escludendo esplicitamente pernice bianca, coturnice, allodola, volpe
nonché femmine di ungulati con i piccoli nel periodo di allattamento.

La caccia - si sa - è uno di quei temi capaci di suscitare passioni e divisioni profonde. Senza mezze misure. E proprio per questo il governatore Lorenzo Dellai non ha nessuna voglia di affrontare un dibattito in consiglio provinciale che rimetta in discussione la legge sulla caccia del ‘91 e non ha apprezzato le iniziative del consigliere dei Verdi, Roberto Bombarda, che fa parte della sua maggioranza, e dei due consiglieri-cacciatori d’opposizione, Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) e Claudio Eccher (Lista Divina), che mirano a modificare la legge in direzioni opposte.

«Quello della caccia - esordisce il presidente Lorenzo Dellai - è un tema emotivamente caldo e pur nel rispetto dell’iniziativa legislativa dei consiglieri li invito a riflettere bene sull’opportunità di rimettere in discussione una legge che ha funzionato bene e ha dato eccellenti risultati aprendo un processo che si sa come inizia ma non si sa come andrà a finire». «La giunta - aggiunge il presidente della Provincia - avrà una posizione di grande prudenza ritenendo ragionevole con cambiare quello che funziona». E in merito ai contenuti, in particolare alla previsione di affidare la vigilanza venatoria esclusivamente alla Provincia e non più anche all’Associazione cacciatori, proposta dal testo presentato da Bombarda, il presidente Dellai dice: «È quanto è previsto dal Piano faunistico e stiamo già facendo, gradualmente; per questo obiettivo non serve cambiare la legge. Oggi i guardacaccia dell’Associazione si occupano sempre più di gestione tecnica, e sempre meno di vigilanza».

Alla vigilia dell’apertura della stagione venatoria (sarà il 5 settembre) gli ambientalisti, in particolare Lipu ed Eppaa, hanno fatto sentire la loro voce per contestare il consistente piano di abbattimenti (12 mila ungulati) approvato dal Comitato faunistico e se la sono presa, come altre volte, con la Provincia accusandola di essere troppo appiattita sulle posizioni dei cacciatori.

Il presidente Dellai ribatte: «A fronte di persone che assumono verso la caccia una posizione ideologica e etica profonda, per cui ritengono che sia ingiusta e vada abolita, perché è un male, ogni altra considerazione perde di valore ed è impossibile discutere con loro di regole e risultati tecnici». «Se si assume invece un atteggiamento laico verso la caccia - prosegue il presidente - si può allora riconoscere che nel complesso la situazione della fauna in Trentino è molto buona. E non è vero che il Comitato faunistico ha concesso piani di prelievo sproporzionati rispetto alla consistenza della fauna. La realtà è che negli ultimi anni i piani di prelievo si sono sensibilmente ridotti, soprattutto per il capriolo, per la riduzione di presenze. Ora la specie è tornata in equilibrio».

Dellai conferma anche che nel nuovo Piano faunistico provinciale ci sarà la previsione della sospensione della caccia alla pernice bianca, in quanto specie a rischio, nonostante la contrarietà dell’Associazione cacciatori.

Il consigliere dei Verdi, Roberto Bombarda, intanto se la prende con i colleghi del Partito democratico che, osserva, su questi temi non si fanno sentire. «Nel Pd - dice Bombarda - sono opportunisti, non vogliono mettersi contro i cacciatori, specialmente nelle valli, perché ce ne sono dappertutto».

Il capogruppo del Pd in consiglio provinciale, Luca Zeni, sul tema è in effetti prudente ma apre alla modifica della legge. «Occorre che usciamo dalla contrapposizione tra cacciatori e ambientalisti - dichiara - la caccia, se intesa e gestita con correttezza, favorisce l’equilibrio faunistico in un’epoca dove i predatori sono scomparsi. L’alternativa è che il riequilibrio sia affidato alle epidemie. L’interrogativo che invece possiamo e dobbiamo porci è se si possa migliorare il sistema complessivo della gestione e del controllo: è corretto che soltanto l’associazione più rappresentativa abbia la gestione complessiva? Il fatto che i guardiacaccia, che hanno la funzione di controllo, siano dipendenti dell’associazione cacciatori, garantisce da possibili abusi? Credo che oggi, con tutte le cautele del caso, sia giunto il tempo di approfondire, insieme a cacciatori, ambientalisti, enti che rappresentano il territorio, possibili migliorie alla legge sulla caccia».

 

     

Roberto Bombarda

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